Si è concluso  con un successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”

Si è concluso con un successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”

È stato un grande successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”, l’unica manifestazione  italiana dedicata esclusivamente alle meteoriti, che si è svolta a Barcis il 26 e 27 agosto.
L’evento ha trasformato la Terrazza del Palazzo Centi nel luogo d’Italia con il più gran numero di meteoriti esposte al pubblico, ha confermato Barcis come il punto d’incontro per gli espositori e per gli appassionati di meteoriti italiani e ha gettato le basi perché l’interesse per questa manifestazione possa estendersi anche a collezionisti e ricercatori stranieri.
La manifestazione, organizzata da Meteoriti Italia APS con la partecipazione del Comune e dalla Pro Loco di Barcis, quest’anno ha avuto anche la collaborazione della Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane Cavallo Cansiglio.
La collaborazione del Dott. Daniele Gardiol , Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che ha illustrato ai visitatori il progetto PRISMA,  di cui è responsabile,  ha  avallato la valenza scientifica dell’evento.
L’edizione di quest’anno, a 70 anni del ritrovamento della meteorite “BARCIS” avvenuto nel 1953 durante il completamento dei lavori della diga, ha ricordato con una piccola mostra le fasi salienti del ritrovamento, dello studio, della divulgazione e delle ricerche di questa rara meteorite che ha fatto conoscere Barcis alla comunità Meteoritica di tutto il mondo.
I più noti collezionisti e cacciatori di meteoriti italiani ed una qualificata rappresentanza di collezionisti e cacciatori stranieri (Cecoslovacchi, Svizzeri e Polacchi), hanno dato alla manifestazione una dimensione internazionale.
La quantità, la qualità e le tipologie delle meteoriti esposte erano tali da soddisfare sia le esigenze dei nuovi appassionati che dei collezionisti professionali ed anche quelle dei curatori dei musei.
Il numero dei visitatori, raddoppiato rispetto all’anno scorso, ha superato le 2000 unità. La provenienza dei visitatori è cambiata rispetto all’edizione dell’anno scorso che registrava, prevalentemente, persone provenienze dal FVG e dal Veneto.
Quest’anno i visitatori sono arrivati da tutto il Triveneto, dalle confinanti regioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna, e dal Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e Lazio. Il visitatore che arrivava da più lontano arrivava da Barletta.
Erano presenti anche visitatori stranieri principalmente europei, con una piccola rappresentanza di inglesi, russi, argentini e americani. Tutto questo a conferma che la nostra azione pubblicitaria allargata in Italia sta funzionando e, visto che stiamo assumendo un carattere internazionale, è giunto il momento di iniziare a pubblicizzarci anche all’estero. 
La presenza del Dr. Geologo Vanni Moggi Cecchi (curatore della collezione lito-mineralogica del Museo “La specola” dell’Università di Firenze, che ha classificato circa 500 nuove meteoriti), del Dott. Romano Serra  ( Università di Bologna, che ha partecipato alle  spedizioni dell’UNIBO  a Tunguska ed anche in Asia, Africa e Sud America per ricerche di meteoriti e studi di crateri d’impatto), di Danilo Coppe (Mr. Dinamite, fondatore dell’Istituto Ricerche Esplosivistiche, IRE, che ha messo a disposizione delle attrezzature per aiutare Meteoriti Italia APS nella ricerca di probabili altri campioni della meteorite trovata a Barcis) ha certificato l’interesse scientifico della manifestazione.
I rappresentanti di Meteoriti Italia APS assieme ad una delegazione degli espositori hanno consegnato al Sindaco Claudio Traina ed al Comune di Barcis un piatto commemorativo pirografato che ricorda i 70 anni dal ritrovamento della meteorite.
Alla conclusione del Festival, Autorità locali, Meteoriti Italia ed espositori hanno concordato di ritrovarsi tutti il 24-25 agosto 2024 per il “5° BARCIS Meteorite Festival”. Siete tutti invitati.

Foto dell’articolo del “Messaggero Veneto” sul 4° BARCIS Meteorite Festival, inviataci dal Sindaco di Barcis C. Traina.
Interni della “Terrazza del Palazzo Centi” dove erano esposte le meteoriti. (Foto M. Chinellato)
Interni della “Terrazza del Palazzo Centi” dove erano esposte le meteoriti.
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Meteoriti solo per esposizione. La vetrina delle meraviglie  proposta da Matteo Chinellato con alcuni dei campioni più importanti della sua eccezionale collezione.
(Foto M. Chinellato)
Visitatori
(Foto M. Chinellato)
Visitatori 
(Foto arch. Meteoriti Italia)
Visitatori 
(Foto arch. Meteoriti Italia)
Organizzatori, Espositori e Visitatori scelti per premiare il Sindaco di Barcis, C. Traina, ed il Comune per gli anni di aiuto e collaborazione nel rendere popolari le meteoriti.
Da sx: R. Serra, D. Coppe, D. Gaddi, Sindaco di Barcis  C. Traina, Ass. Comune di Barcis, G. Tomelleri, U. Repetti, A. Petriccione, R. Vergiati, A. Bussi, F. Moser, G. Lago.
(Foto arch. Meteoriti Italia)
La premiazione del Sindaco e del Comune di Barcis con piatto ligneo pirografato con l’immagine della massa principale della meteorite “BARCIS”.
(Foto arch. Meteoriti Italia)

4° BARCIS Meteorite Festival (26 – 27 agosto 2023)

4° BARCIS Meteorite Festival (26 - 27 agosto 2023)

Sabato 26 e domenica 27 agosto si terrà a Barcis (PN) il 4° BARCIS Meteorite Festival.
Anche se il nome è diverso si tratta sempre dello stesso tipo di manifestazione iniziata nel 2018 con il nome di 1ªMostra Mercato METEORITi, sospesa nel 2020 per 2 anni causa Covid-19 e ripresa, anche se con molta incertezza, l’anno scorso.
Fortunatamente l’edizione dello scorso anno, pur dopo 2 anni di fermo, è stata un grande successo di partecipazione sia per numero di espositori che per numero di visitatori.
Per questi numeri positivi e per gli esiti di un sondaggio sul gradimento della manifestazione abbiamo deciso di continuare con questa iniziativa.
Il Covid però, tra i vari danni, ha anche inaridito le casse di chi sponsorizzava le nostre iniziative e adesso gran parte delle spese organizzative gravano direttamente su Meteoriti Italia APS.
Anche il Comune di Barcis, nostro indispensabile sostenitore, ha dovuto adeguarsi alle nuove realtà del dopo Covid rinunciando alla gestione di spazi che in precedenza ci aveva concesso per la realizzazione della mostra.
Comunque, nonostante queste difficoltà, andiamo avanti.
L’edizione di quest’anno sarà la più importante di quelle che abbiamo organizzato e, per renderlo chiaro a tutti, ne abbiamo cambiato il nome in: 4° BARCIS Meteorite Festival.
Per facilitare la presenza di alcuni espositori con figli in età scolastica o con altri impegni nei primi giorni di settembre si è deciso di anticipare l’evento all’ultimo fine settimana di agosto consentendo così di aumentare il numero di espositori italiani che quest’anno saranno presenti a Barcis.
Il successo della manifestazione dell’anno scorso ha varcato anche i confini nazionali e così quest’anno avremo anche una più ricca rappresentanza di espositori stranieri.
Il numero degli espositori  di meteoriti quest’anno è tale che da soli occuperanno tutto lo spazio disponibile della Terrazza di Palazzo Centi condizione che purtroppo ci farà forzatamente rinunciare   alla presenza della ditta “Detector Center”  di Cervia, con la quale collaboriamo per  le ricerche  sul campo ed alla presenza di Massimo e Laura Roncati , due amici che avrebbero proposto ai collezionisti una vasta selezione di microscopi , di attrezzature per analizzare  le rocce  e di  articoli per collezionisti  di rocce e meteoriti.
Queste rinunce sono state dolorose ma, se anche quest’anno la manifestazione avrà successo, per il prossimo 5° BARCIS Meteorite Festival si dovrà disporre di maggiori spazi espositivi così che anche queste importanti figure per lo sviluppo della Meteoritica possano avere la giusta attenzione.
Grazie alla nostra collaborazione con l’INAF, anche quest’anno sarà presente il Dott. Daniele Gardiol, responsabile del progetto PRISMA che illustrerà l’ultimo successo della nostra rete nazionale di monitoraggio dei Cieli che ha permesso il ritrovamento di una seconda nuova meteorite italiana.
Naturalmente ci saremo anche noi di Meteoriti Italia che oltre a gestire l’organizzazione del 4° BARCIS Meteorite Festival allestiremo una piccola mostra per ricordare i 70 anni dal ritrovamento della meteorite “Barcis” e per illustrare anche le ricerche che abbiamo svolto negli ultimi anni per cercare altri campioni di questa importante pallasite.
Entrambi questi punti erano irrinunciabili nell’organizzazione dell’evento e dobbiamo ringraziare il Comune di Barcis che oltre alla sempre apprezzatissima ed indispensabile collaborazione è andato oltre permettendoci di allestire queste due iniziative della mostra nella Biblioteca del palazzo Centi adiacente alla Terrazza con gli espositori di meteoriti.
Sarà una edizione da record; il 26 e 27 agosto la Terrazza di Palazzo Centi sarà il luogo d’Italia con il più alto numero di meteoriti esposte al pubblico, una occasione imperdibile per tutti quelli che si interessano di meteoriti ed anche per chi, fino ad ora, non si è mai interessato.
Si sottolinea che, nonostante le attuali ristrettezze economiche, l’ingresso è mantenuto libero in quanto il nostro scopo principale è quello di far conoscere le meteoriti.
Vi alleghiamo la locandina della manifestazione pregandovi di pubblicizzare l’evento con tutti quelli che pensate possano essere interessati.
Noi abbiamo lavorato affinché il 4° BARCIS Meteorite Festival sia un evento imperdibile e adesso chiediamo a tutti voi di darsi da fare per far arrivare a Barcis un numero di visitatori da record.
Anche quest’anno si terrà un sondaggio sui partecipanti e più il numero dei visitatori sarà alto e più sarà facile sponsorizzare le future edizioni

GRAZIE

Mineralientage München

Mineralientage München, la fiera di Monaco di Baviera

Il nostro socio Ennio ci ha mandato questo interessante ed esaustivo resoconto della sua visita alla 58ª edizione del “The Munich Show- Mineralientage” tenutasi a Monaco di Baviera dal 30 settembre al 3 ottobre 2022.
Ennio, appassionato collezionista di meteoriti, è un po’ severo nel giudicare il poco spazio che la mostra ha dedicato alle meteoriti però dimentica che si tratta di una manifestazione dedicata ai minerali, in Europa è  la più importante del settore, e  che le esposizioni di fossili, rocce e meteoriti sono solo riempitivi per completare l’offerta.
Per un visitatore tipo della Mineralientage di Monaco, l’offerta di meteoriti è sicuramente sufficiente ma, per un collezionista di meteoriti professionale come Ennio (la sua raccolta è una delle collezioni private più importanti in Italia) penso sia veramente difficile trovare qualche cosa di interessante.
Ricordatevi però che la scarsa offerta di meteoriti è solo dettata da logiche di mercato infatti, quando  nel 2014 è stata allestita  la 51ª versione del “Mineralientage”  che aveva per tema le meteoriti, gli organizzatori furono in grado di offrire al visitatore una vasta scelta di materiale meteoritico di straordinaria qualità.
Il libro:  “The Munich Show, Mineralientage Mūnchen, Theme Book Meteorites” pubblicato in occasione di questo evento e che trovate in “Our Library” al N° 86, testimonia la ricchezza e la varietà di quanto era possibile vedere.

Per assecondare la mia smania di turismo ‘meteoritico’ sono stato alla fiera di Monaco di Baviera, la Mineralientage München. A differenza di Ensisheim, era già tornata l’anno scorso, dopo la sospensione per i problemi legati alla pandemia. Quest’anno si è tenuta in concomitanza con l’Oktoberfest, quindi l’occasione era troppo ghiotta… Sassi e birra, avevo grandi aspettative!

All’Oktoberfest ero stato solo una volta, nel 1981. Eravamo un gruppo di rugbisti che avevano ritagliato qualche giorno di vacanza alla preparazione precampionato. Ho ricordi lontani e confusi: boccali ambrati, signorine compiacenti, brezel ricche di sale grosso, comunicazione gestuale, facilitata dall’entusiasmo giovanile.
Quest’anno, nel tendone della birra Schottenhamel il borgomastro Dieter Reiter ha fatto saltare il tappo del primo barile – a martellate, come da tradizione, e al grido di “O’Zapft is!” – due settimane prima del Mineralientage. Il lunedì successivo alla Mineralientage si chiude tutto. Quindi, il mio programma era succinto: partenza venerdì; arrivo e immediato trasferimento al padiglione Velodrom con degustazione di cervogia tedesca; sabato da trascorrere al Mineralientage München con serata dedicata nuovamente al pellegrinaggio da Augustiner, Paulaner e Löwenbräu; domenica rientro a casa, approfittando della mancanza dei mezzi pesanti in autostrada.

 

Così faccio. Lascio Milano nella prima, vera, giornata autunnale. Cade una pioggia diaccia che mi accompagnerà fino all’arrivo. In Svizzera e Austria, le nuvole basse inglobano i boschi che cominciano ad arrugginire. La temperatura è sotto i 10 gradi. In Baviera il clima è più mite. Ovunque ci sono lavori stradali e deviazioni. La segnalazione più diffusa è stau (coda). 

Arrivo con tre ore di ritardo rispetto alle aspettative del mattino… ma conto sull’atmosfera giocosa dell’Oktoberfest per recuperare il buonumore.

 

Infatti giungo alla prima birra con l’entusiasmo a mille. Sedersi qui è come visitare Ellis Park, Twickenham o Eden Park, i templi del rugby! Adesso la comunicazione è meno gestuale di un tempo: decenni di turisti hanno fatto crescere in tutti la confidenza con l’inglese. I mass, i classici boccali bavaresi, corrono veloci. In generale, c’è poca gente. Faccio qualche conoscenza: soprattutto stranieri, pochi münchener. Ci sono meno italiani di quanto mi aspettassi. Molti cinesi. Nessuno sa che qui esiste la più importante fiera europea delle meteoriti.
Eppure dal Theresienwiese – il parco nel centro di Monaco dove si tiene l’Oktoberfest – alla Messe München, la fiera, si arriva in mezz’ora di metropolitana.
Sarà forse a causa dei quarant’anni di disincanto aggiunti alla carta d’identità, ma non ritrovo l’atmosfera che ricordavo. Sono spariti il romanticismo e la goliardia. Sembra un turistificio votato esclusivamente alla mescita. Più scintillante sulle brochure delle agenzie di viaggio che nella realtà. Affollato da rissosi giovinotti in vena di autodistruzione. Triste. Spero che le meteoriti di domani mi restituiscano l’allegria.

Finalmente, vado alla fiera. Grandi viali. Parcheggi enormi. Strutture in acciaio e vetrocemento. Alte grue svettano nel cielo finalmente limpido. Non c’è nulla in costruzione: semplicemente, quest’anno hanno ritardato la fiera dei macchinari per l’edilizia, quindi gli spazi espositivi si sono contratti. Ma, assicurano, l’anno prossimo si recupererà la disposizione originale.
Le meteoriti affogano in un mare di bigiotteria e in un oceano di minerali. I cugini di campagna di famiglie altolocate. Gli intrusi mal sopportati. Lo sfavillio multicolore dei cristalli ruba l’occhio.
Gli espositori ‘meteoritici’ sono solo sei-sette. Qui, affittare un tavolo costa caro! Ci sono un paio di marocchini ‘tedeschi’ e un paio di spagnoli che espongono materiale dozzinale. Un tavolo è ricoperto solo da moldaviti e vetro libico. Nessun italiano. Nessun francese. I russi non si sono presentati; forse per problemi di visto o forse perché il viaggio è diventato carissimo, dovendo transitare da Dubai o Istanbul.

L’unico americano è Michael Farmer che propone campioni piccoli, probabilmente entrati tutti in un unico trolley. Ha degli esemplari della caduta fresca di Rantila, che vende a un prezzo elevato. Farmer ha comprato tutti i campioni disponibili, quindi opera in regime di monopolio! Si tratta di un’aubrite caduta lo scorso 17 agosto in India e ancora in attesa di classificazione ufficiale. Ha una crosta beige, col colore e la compattezza di un gelato alla nocciola  (eh già: non sempre la crosta di fusione è nera!).
Secondo Mike, le piogge monsoniche insistenti che hanno investito la regione renderanno pressochè impossibile il recupero di altre pietre. Racconta: «Two stones fell at approximately 9 pm, one smaller stone of about 300 grams hit a patio in the village of Revel shattering a tile. 10 km away a large stone broke a tree in half cutting a large limb off, shattering the stone. A group of farmers was just a few meters away milking cows and heard the crash. The sky was black with clouds and no light was seen. Only loud explosions and booms were heard in the area. The men heard the tree falling and rushed to the spot, where many large broken meteorite fragments had made small craters in the muddy soil. A crowd gathered and people filmed the chaos, most people took fragments as souvenirs. Torrential flooding occurred from the next morning on totally inundating the strewnfield. Despite one month of searches no other stones were found. The area is soft soil and 100% farmland under heavy tall crops. The soil was already wet and every piece punctured into the soil. Only the pieces immediately recovered were found. The next week was nearly 24/7 rain leaving some areas under several feet of water. Anything else would sadly be buried in the mud and totally lost. 

This is only the 9th Aubrite fall. It is by far the most fluorescent meteorite known, brightly lighting up under long wave UV. This is a unique meteorite. It is heavy on green and purple crystals. Many inclusions I’ve never seen before.»

Sergey Vasiliev è arrivato da Praga e ha, come sempre, belle cose. Propone alcune larghe fette di Laâyoune 002, la lunare trovata quest’anno nel Sahara Occidentale. Espone dei bei campioni di Erg Atouila 001, l’acondrite (albitite) che per il suo colore rosa è chiamata Flamingo Rock. 

Sergey si è trovato a Monaco per caso: il tavolo lo aveva riservato un suo amico russo che all’ultimo momento non è potuto venire. Adesso è malinconicamente seduto fra venditori di malachite e quarzi, mentre sua moglie Lena passa il tempo fra gli spacciatori di bigiotteria.

Fra i visitatori, vedo Francesco Moser e Giovanni Pratesi. Anche Francesco è molto deluso. 
È un pubblico meno competente di quello di Ensisheim. La maggioranza è qui per i minerali. Sono venuti a comprare tormaline, acquamarine e dioptasio. Non sanno nulla di questi brutti sassi bruciacchiati… e tagliati a fette, oltretutto! Passano oltre, indifferenti. Alcuni intrattengono i pochi venditori di meteoriti con mille domande puerili. Ascolto le spiegazioni e mi accorgo che anche gli espositori difettano a volte di competenza. Mi ricordano ciò che mi hanno raccontato ieri sera i miei nuovi amici bavaresi all’Oktoberfest: nel 1950 il sindaco Thomas Wimmer riuscì ad aprire il fusto di birra inaugurale solo dopo 19 martellate; tuttora record negativo! L’unico ricordato. Insomma: studio e preparazione sono fondamentali, sia che si debba vendere meteoriti o aprire un fusto di birra!

L’ambiente era meglio a Ensisheim: più famigliare, entusiasta, competente, concentrato sui sassi extraterrestri, romanticamente polveroso. Qui è tutto più asettico, tecnologico, teutonicamente organizzato. Meno artigianale. Come passare dalle cantine in volta di mattoni del culatello di Zibello agli impianti d’acciaio di un salumificio industriale, anzi: ai wurstel! Qui compri il biglietto d’ingresso su Internet e, se lo fai prima di Ferragosto, ti fanno lo sconto. A Ensisheim bisognava aspettare che arrivasse da casa la signora con la cassa, tenuta in una scatola da scarpe!

In sostanza: mi ha deluso l’Oktoberfest e, ancor di più, mi ha deluso la fiera delle meteoriti… che non è affatto una fiera delle meteoriti! Non tornerò.
Preferisco Ensisheim… a Monaco mi è piaciuta solo la birra! Prosit!

Barcis, 3 – 4 settembre, 3ª Mostra Mercato METEORITI

3ª Mostra Mercato METEORITI

A Barcis (PN) sabato 3 e domenica 4 settembre p.v. si svolgerà la 3ª Mostra-Mercato METEORITI dedicata esclusivamente alle meteoriti e articoli correlati.
Saranno presenti alcuni dei più importanti “cacciatori-collezionisti di meteoriti” italiani e ci sarà anche una piccola, ma molto qualificata, rappresentanza di “cacciatori di meteoriti” stranieri.
Purtroppo, dopo 2 anni di forzata interruzione dell’evento causa Covid, non è stato possibile raggiungere tutti i collezionisti-venditori nazionali ed alcuni di quelli contattati hanno declinato l’invito causa precedenti impegni.
Nonostante questi contrattempi, chi verrà a Barcis troverà appassionati ed esperti con i quali parlare di meteoriti, potrà esaminare e confrontare i campioni esposti e potrà valutarne i prezzi offerti senza essere distratto da tutta la mercanzia che, ultimamente, è presente nelle mostre-mercato di Minerali e Fossili.
Meteoriti Italia APS è stata fondata per rendere popolari le meteoriti e, pur non essendo coinvolta con la vendita di campioni, ritiene importante offrire ai nuovi appassionati un momento d’incontro dove poter acquistare le meteoriti desiderate al giusto prezzo ed al riparo da fregature, sempre possibili quando si contrattano campioni rari e difficili da classificare.
In questa edizione della Mostra Mercato troverete anche:

    • il Dott. Daniele Gardiol, INAF, responsabile del progetto PRISMA che, con uno stand dedicato, illustrerà il progetto e vi parlerà del successo ottenuto con il recupero della meteorite “CAVEZZO”, caduta il primo gennaio 2020 a Cavezzo (MO) e, al momento, l’ultima meteorite ad essere stata recuperata in Italia.

Saranno presenti anche:

    • Davide Gaddi e la cagnetta PIMPA, i recuperanti della meteorite “CAVEZZO”

Per chi è interessato alla ricerca di meteoriti sul campo si segnala inoltre:

    • La ditta “Detector Center” di Cervia (RA), i più importanti rivenditori italiani di metal detector, sarà presente con modelli di varie marche ritenuti i più idonei per la ricerca di meteoriti. Personale qualificato della “Detector Center” sarà disponibile per illustrarvi l’attrezzatura, consigliare i potenziali acquirenti e assistervi nelle simulazioni di ricerca sul campo che verranno condotte nei giardinetti all’esterno della tavernetta del Palazzo Centi.

Per chi passerà l’intero fine settimana a Barcis:

    • L’Associazione Pordenonese di Astronomia, che collabora anche con l’organizzazione della mostra, ha programmato per sabato 3 sera, una serata di osservazioni presso l’Osservatorio Astronomico di Montereale Valcellina.

E naturalmente:

    • Meteoriti Italia APS con un campionario di pubblicazioni, stampe, cartoline e francobolli dedicato alle meteoriti. Nel corso della manifestazione, a richiesta, saranno organizzati dei brevi laboratori su come riconoscere una meteorite da un sasso o da una scoria industriale, e su come cercare e recuperare meteoriti.

È un evento pensato per tutti i meteoritici, neofiti ed esperti, e per chi vuole avvicinarsi alle meteoriti.
Si prega di inoltrare l’invito a tutti i vostri conoscenti che potrebbero essere interessati.
L’appuntamento è dunque per il 3 e 4 settembre a Barcis che, con il suo lago e la bellissima Val Cellina, perle del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, sarà una meta graditissima anche per eventuali vostri accompagnatori non interessati alle meteoriti.

GRAZIE

Meteoriti Italia APS

Ensisheim Meteorite Show 2022

Ensisheim Meteorite Show 2022

Il socio Ennio Ravizza , che ha partecipato al “Ensisheim Metorite Show 2022” tenutosi ad Ensisheim, Francia,  17-19 giugno,  ci  ha spedito questo bellissimo reportage.
Ennio, che agli inizi della nostra attività divulgativa, ci aveva già fornito degli ottimi articoli per il nostro “Notiziario”, oltre ad essere brillante nello scrivere è anche un serio e preparato collezionista di meteoriti che, in pochi anni, è riuscito ad allestire una collezione molto importante.

Buona lettura

“Se sei un appassionato di meteoriti devi andare, almeno una volta nella vita, alla Bourse aux Meteorites di Ensisheim; così come un musulmano deve andare alla Mecca”. Quante volte me lo sono sentito dire.
Cancellata due volte a causa della pandemia, quest’anno la fiera alsaziana è tornata; quindi non ho scuse, faccio il pieno alla macchina e mi metto in viaggio.
È facile, da Milano. Da Chiasso si taglia la Svizzera fino a Basilea, poi si entra in Francia e si arriva ben presto a Ensisheim. È un tragitto interamente in autostrada, tranne i pochi chilometri finali.
Il viaggio è tranquillo e piacevole. Si accarezzano i laghi. I prati sono ben tenuti. Le montagne mostrano frange di neve. In poco più di quattro ore si arriva. L’unico inghippo sono i 17 chilometri della galleria di San Gottardo: se non si calcola meticolosamente l’ora di passaggio, si rischia di restare invischiati in code chilometriche. A me va bene: passo all’ora di pranzo e aspetto solo una decina di minuti.

Ensisheim è un sonnacchioso villaggio senza attrattive. Poco più di settemila abitanti, un paio di alberghi, altrettante chiese, un carcere. Case basse. Sui campanili, i comignoli e le gargouilles nidificano le cicogne. I pulcini stanno crescendo; ogni tanto si sentono sbattere i becchi. All’orizzonte si profilano i Vosgi, zona di castelli e vini famosi. Si parla francese, ma gli anziani conservano ancora l’Elsassisch, un dialetto fortemente influenzato dal tedesco.
A celebrare la caduta della meteorite ci sono alcuni murales e una ricostruzione aberrante. È addossata al muro del carcere. Un masso colorato posto in fondo a un solco tracciato nella ghiaia, con un cartello probabilmente colorato dagli alunni delle elementari… e un idrante rosso che buca dallo sfondo.

La fiera si identifica subito. La piccola piazza centrale è occupata da una largo tendone ingombro di tavoli. Gli espositori più affezionati conquistano invece il primo piano del Palais de la Régence, l’ex municipio, un edificio d’arenaria bionda del 1535 che a pian terreno ospita il Musée de la Régence. È lì che viene conservata la meteorite che ha fatto la storia, in una vetrina a colonna. Altèra e regale, poggia su una base di stoffa rossa, indifferente agli appassionati che le girano attorno in un inesplicabile silenzio da cattedrale. Sussurrano tutti. Quasi volessero evitare di infastidire Sua Maestà.

È un sasso che ha vissuto sulla Terra i suoi momenti più strani. Maneggiato da un imperatore, incatenato in una chiesa… certamente i miliardi d’anni nello spazio sono stati i più tranquilli. Ne sono rimasti 55 chili, dei 127 originali, ma bastano a profondere una magnetica aurea di sacralità. A pochi metri, chissà perché, c’è un campione di Imilac, dono di un collezionista. Inadeguato, sembra la minuta ancella di un’ammaliante regina. Forse lo hanno messo lì per riconfermare un gemellaggio virtuale fra Nuovo e Vecchio Mondo, già sancito dalla regina che è atterrata pochi mesi dopo la scoperta di Colombo. Sono queste le uniche meteoriti: per il resto il museo racconta la storia mineraria e di fatica della regione.

La fiera inizia al venerdì pomeriggio, per i commercianti, ed è aperta sabato e domenica per il pubblico. In realtà le porte sono sempre spalancate e può entrare chiunque, fin dal venerdì. Sui tavoli ci sono quintali di sassi spaziali. Tutti i maggiori commercianti del mondo si sono dati appuntamento qui, mancano solo un paio di americani e di spagnoli. Mike Farmer è in Costarica, a caccia di Agua Zarcas. Gli iberici prediligono le transazioni online. Ci sono perfino i russi, che hanno aggirato le sanzioni sulle compagnie aeree passando dalla Turchia: la Turkish Airlines non ha smesso di collegare Mosca all’Europa.

Le NWA fanno la parte del leone, intere o affettate. I marocchini hanno tavoli caotici: decine di pietre rovesciate alla rinfusa, senza scatole, senza etichette. Alcuni di loro, pochi, si sono adeguati allo stile europeo e rivendono prodotti inscatolati ed etichettati, anche non NWA. Appena percepiscono un minimo d’interesse, ti sussurrano mielosi “Seulement pour toi, je fais une remise spéciale”… ma l’esercizio del dubbio, su un’affermazione del genere, resta la migliore strategia.
Qua e là sbucano intrusi: francobolli e cartoline a tema meteoritico, un calco in resina della Adamana – la Venus Stone -, perfino vari fossili mimetizzati tra alcune fette di NWA.
Il tavolo più interessante è quello di Mark Lyon. Grandi fette ben lavorate; materiale di ogni genere e provenienza. Prezzi alti. Con la sua barba fluente e gli occhiali, Mark sembra il mormone dei film western: gli manca solo il cappello a tesa piatta.
Ci sono tavoli monotematici: uno è quasi interamente dedicato ad Almahata Sitta, l’altro a Benenitra, la meteorite malgascia che il venditore indica come la ‘météorite de l’éclipse’, perché la caduta è avvenuta in coincidenza con un’eclissi lunare totale. Entrambi espongono sia frammenti di pochi milligrammi sia campioni molto grandi.
Ci sono tavoli che hanno invece un respiro globale, con l’ovvia eccezione dell’Antartide, come quelli di Sergey Vasiliev e Marc Jost. Due cacciatori di meteoriti tutt’ora in attività, da poco rientrati dal Cile con campioni di Imilac e Los Vientos. Stanno già preparandosi a partire per il Marocco, in autunno, quando ci saranno delle temperature che permettano di affrontare il Sahara. Marc, svizzero, possiede la più grande collezione di meteoriti d’Europa ed è lo scopritore della Twannberg. Al suo tavolo si danno appuntamento direttori e curatori di musei, professori universitari e collezionisti famosi, come Peter Marmet e tanti altri. C’è chi anticipa la pubblicazione di articoli sulla sorprendente NWA 12520, chi segnala recenti libri o propone nuovi studi.

L’unico italiano è Giorgio Tomelleri, che esibisce campioni bellissimi ma, praticamente, destinati solo a musei o a ricchi appassionati, visto il prezzo. Con le mani tremanti, tira fuori dalle scatole i pezzi migliori, te li mostra in fretta e li ripone immediatamente, imballandoli con la delicatezza di un padre. È arrivato qui con un camper che resta per l’intera giornata parcheggiato sotto il sole. Alla sera è un forno. Lui e la Lina devono cercare di dormire con gli oblo aperti ma temono che sia una soluzione poco sicura… quindi, vuoi per il caldo, vuoi per la preoccupazione, non riescono praticamente a chiudere occhio!
A due passi da lui, un tavolo è occupato da tre fette enormi di Aletai. Sono lunghe almeno un metro. Due esibiscono le figure di Widmanstätten, la terza deve ancora essere acidificata. Mostra qualche segno di ruggine, in attesa di venire stabilizzata. Sabato pomeriggio, una fetta non c’è più e il venditore sta già reinvestendo il ricavato. Gli fanno gola le Tissint di Tomelleri. La trattativa si preannuncia avvincente.
Eccolo, il vero volto di Ensisheim. Aperta ai collezionisti, è in realtà l’occasione sicura per i commercianti, che scambiano, discutono, trattano. Come è giusto che sia, dato che Monaco è soffocata da minerali e gioielli e Tucson è lontana.
Infatti, Francesco Moser non ha nemmeno preso un tavolo. Si aggira con un quadernetto, presto sgualcito, su cui prende note, immagina profitti, imbastisce trattative e riempie borse. Lui è arrivato anche per una sorta di rito personale in ricordo di Mauro Ianeselli, di cui era grande amico e con cui è sempre venuto qui.

Tuttavia, non è giusto derubricare Ensisheim a un mero mercato per i commercianti. In realtà offre occasioni a tutti: sui tavoli si vedono scatole di ogni foggia e dimensione. Qualunque collezionista – o anche il semplice appassionato – può trovare soddisfazione per le proprie aspettative e le proprie tasche. Si possono acquistare sia i pezzi di centinaia di chili sia dei frammenti che sembrano reliquie medievali. Gli spagnoli sono i più forniti di materiale a basso budget e i loro tavoli si affollano dei visitatori più giovani (molto pochi, per la verità).
L’indiscusso re della minutaglia è Pierre-Marie Pelé, un francese tronfio e obeso che si atteggia a grande scopritore, anche se nessuno sa cosa abbia scoperto. Il suo tavolo è coperto di scatoline piccolissime con frammenti minuscoli. Il trionfo del milligrammo! Roba che, per capire che siano meteoriti, devi avere a casa uno spettroscopio Raman!

L’aria è densa di polvere. La canicola impazza. Sabato mattina i visitatori si accalcano, ma al pomeriggio spariscono quasi tutti, vinti dai 36 gradi e dalla mancanza di ventilazione. Domenica è anche peggio. Chiedo a una barista se questa temperatura, in questo periodo, sia normale. “C’est l’Alsace, monsieur”, mi risponde, “Qui passiamo dal molto caldo al molto freddo: non conosciamo le mezze misure”.
Tomelleri si deterge il sudore con una pezzuola bagnata, ma non sembra avere un gran successo nemmeno piazzandosi davanti a un ventilatore.
I commercianti/collezionisti più scafati combattono la calura seduti ai minuscoli tavolini del kebabbaro di fianco all’ingresso del Palais. Birra, riesling e Gewurztraminer ghiacciati. Fino all’orario di chiusura, in serata. Poi si spostano poco più in là, fino a tarda notte, continuando a ‘idratarsi’ e a discutere di lunari, marziane e CAI. Millantano di ricordare perfettamente il peso della fettina di aubrite venduta cinque anni fa. Sembrano una bizzarra setta religiosa che celebra i suoi cerimoniali, in cui tutti sono sacerdoti e ciascuno ha il diritto all’omelia.
Può sembrare strano ma è un ambiente piacevole, mai greve, permeato di competenza.

Conclusione: torno a casa con tre nuovi sassi, ho pianificato la mia visita dell’anno prossimo alla Route des Vins d’Alsace, mi sono divertito. Tornerò, perchè “Se sei un appassionato di meteoriti devi andare, almeno una volta nella vita, alla Bourse aux Meteorites di Ensisheim; così come un musulmano deve andare alla Mecca”.

Una mostra di meteoriti a Sesto San Giovanni (MI)

Una mostra di meteoriti a Sesto San Giovanni (MI)

Dal 09 al 15 maggio e dal 23-29 maggio, presso l’IIS “E. De Nicola” di Sesto San Giovanni, potrete visitare la mostra “dal Cielo alla Terra” pensata, organizzata e gestita da Antonello Petriccione  e dal figlio Daniele, collezionisti e studiosi di meteoriti e minerali e anche soci di Meteoriti Italia APS.
La mostra rispecchia le due passioni di Antonello e Daniele ed è divisa in due appuntamenti:  09-15 maggio “Pietre del Cielo” che riguarda le meteoriti e 23-29 maggio “Stelle della Terra” che riguarda i minerali.
Un grazie di Meteoriti Italia APS ad Antonello e Daniele per questa loro importante iniziativa di divulgazione che ha coinvolto anche gli allievi di vari Istituti d’Istruzione Superiore di Milano

dal Cielo alla Terra

Pietre dal Cielo                Stelle dalla Terra

Le due mostre sono state organizzate coinvolgendo 5 diversi istituti dell’area Nord Milano, grazie alla partecipazione ed alla vittoria con un progetto approvato e finanziato dalla Fondazione Paganelli “per lo sviluppo di percorsi di alternanza scuola lavoro di studenti del triennio”. L’idea di esporre meteoriti e minerali separatamente ci ha dato la possibilità di coinvolgere più ragazzi possibili (circa 200) e di valorizzare maggiormente le due tipologie di reperti che meritano attenzioni diverse.
Nei due percorsi espositivi  i visitatori vengono accompagnati e guidati dagli studenti di due licei scientifici che hanno preparato didascalie e cartelloni esplicativi, mentre le scenografie e la grafica sono state realizzate da un liceo artistico; il sito e la pubblicità sono stati curati da un corso di  ragionieri programmatori; le divise delle guide e gli accessori sono stati confezionati da una scuola di moda; infine un Istituto professionale di arti figurative si occuperà di girare il documentario sugli eventi.

Per quanto riguarda il primo evento “Pietre del cielo” le meteoriti fanno parte della nostra collezione ed abbracciano quasi tutte le tipologie conosciute con qualche esemplare di notevole interesse scientifico.
Ad arricchire e valorizzare l’evento la presenza dell’INAF con la famosa meteorite di Cavezzo e l’installazione permanente di una telecamera all-sky (rimarrà in dotazione alla scuola anche per ulteriori progetti futuri).
Anche nel secondo evento “Stelle della Terra” i minerali fanno parte della nostra collezione: pochi esemplari ma scelti per creare un’esperienza emozionale di meraviglia e stupore nei visitatori.

Più che due mostre da visitare sono due eventi da vivere e quello che rimarrà sarà l’esperienza da protagonisti che i ragazzi hanno fatto in un mondo che, a scuola, vedrebbero spesso solo da lontano.

Antonello e Daniele Petriccione

Mostra Meteoriti Università di Padova

Cari amici questa è la relazione che Anna Lago, studentessa di Scienze Geologiche presso l’Università di Padova e socia di Meteoriti Italia,  ha fatto per noi della sua visita alla mostra “METEORITI Viaggio dallo Spazio profondo alla Terra” organizzata dall’Università di Padova utilizzando le meteoriti della più importante collezione italiana privata, quella di Matteo Chinellato.

L’articolo di Anna invoglierà molti di voi a visitare questa mostra, ad ingresso gratuito, molto importante per chi si interessa di meteoriti.

Approfitto di questo spazio per ringraziare l’Università di Padova per aver dato vita a questa iniziativa utilissima per diffondere la conoscenza delle meteoriti e Anna per averci inviato la sua relazione.

Tutto bellissimo però, guardando la foto di fig 6, sono rimasto molto perplesso nel notare che nella vetrina delle meteoriti italiane, oltre a campioni come “SIENA”, “ALBARETO”, “TRENZANO”, “VAL DI NIZZA”, “ALFIANELLO” (235g), campioni eccezionali pe una collezione privata, ci siano  i campioni di “Mareson di Zoldo”, “Piave”, “Lido di Venezia” che, anche se trovati da Matteo Chinellato, non sono stati ancora inseriti nell’elenco ufficiale delle meteoriti italiane del “Meteoritical Bulletin Database”. 

A parer mio questo inserimento improprio può, specialmente per i visitatori stranieri, creare confusione su quello che è il reale patrimonio meteoritico italiano ed una mostra così importante avrebbe potuto evitarlo.

VIAGGIATORI DEL COSMO METEORITI & Co.

VIAGGIATORI DEL COSMO
METEORITI & Co.

Avevo appena spedito l’ultimo numero del nostro Notiziario (novembre 2017) quando ho ricevuto una mail da Matteo Chinellato che mi avvisava dell’avvenuta inaugurazione, il 2 dicembre a Montebelluna, della mostra:”VIAGGIATORI DEL COSMO. METEORITI & Co.” dove erano esposti anche 200 campioni della sua collezione di meteoriti. Molti di voi conoscono Matteo Chinellato comunque, per i pochi che ancora non lo conoscono, è il primo italiano, non specialista , che si è dedicato a rendere “popolari” le meteoriti.
Prima di Matteo, in Italia, solo gli addetti ai lavori e pochi eletti si interessavano alle meteoriti e, di conseguenza, la maggior parte del nostro patrimonio meteoritico languiva negli scantinati dei Musei e delle Università che lo custodivano e , i pochi campioni esibiti, venivano quasi sempre relegati negli angoli meno frequentati delle sale espositive.
Matteo Chinellato, inoltre, da quando ha iniziato ad interessarsi di meteoriti ha messo insieme una collezione che, a tutt’oggi, per numero di campioni e qualità, è la più importante collezione italiana privata di meteoriti. Pertanto, una mostra che esponga un numero considerevole di campioni della sua collezione, è meritevole di una visita.
Per aiutarci a pubblicizzare l’evento tra i Soci ed i Simpatizzanti di Meteoriti Italia, Matteo ci ha spedito anche la locandina della mostra.

La locandina della mostra: “ Viaggiatori del Cosmo, Meteoriti & Co.” (Città e Museo di Montebelluna)

Mi è stato subito chiaro che, per noi appassionati di meteoriti, si trattava di una mostra imperdibile. Incurante degli impegni che precedono le festività natalizie e agevolato dalla geografia (Feltre dista meno di 40km da Montebelluna), sono andato subito a visitarla per poter anticiparvi parte delle meraviglie che aspettano la vostra visita.
La mostra è ospitata presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di
Montebelluna, Treviso, e rimarrà aperta fino al 28 luglio 2019. La durata straordinariamente lunga è stata voluta per coprire un periodo
ricco di eventi per chi si interessa di cosa avviene nel Cosmo. Tra gli avvenimenti, che si succederanno nel periodo che la mostra rimarrà
aperta, ricordiamo la messa in orbita del satellite “Sentinel” che deve aiutarci a scoprire gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra (PHA), le due eccezionali eclissi di Luna e, il 20 luglio 2019, l’anniversario dei 50 anni dal
primo sbarco sulla Luna. Il motivo conduttore della mostra sono i viaggiatori del Cosmo: oggetti naturali quali comete, asteroidi, meteoriti e oggetti artificiali come sonde, satelliti, astronavi.

L’ingresso della mostra. Foto: arch. Meteoriti Italia
Uno dei manifesti della mostra che accoglie i visitatori più giovani.Foto: arch. Meteoriti Italia

La mostra è collocata in un edificio poco lontano dal corpo principale del museo e vi si accede dal cortile.

I giorni e gli orari di apertura sono:
• Da martedì a venerdì: 14:30-17:30
• Sabato e domenica: orario continuato 10:00-18:00
• Lunedì aperto solo per le scolaresche
• Chiuso lunedì, Pasqua, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre

Durante la settimana la mostra è aperta al mattino solo per le scolaresche.

Il biglietto intero costa € 6,00 ma ci sono varie forme di sconto.

La mostra ha molte postazioni interattive e multimediali che facilitano la spiegazione di concetti complessi e mantengono vivo l’interesse dei visitatori di tutte le età.
In questa mostra è stata data molta attenzione ai giovani, una costante di tutte le mostre allestite dal Museo di Montebelluna, una realtà scientifica meta di visite di moltissime scuole di tutti i livelli.

Purtroppo non è stato realizzato un catalogo , un peccato considerando la qualità del materiale esposto e la durata dell’evento.
É comunque possibile fotografare.
Si entra dalla porta vicino al gazebo con i manifesti della mostra e , sbrigate le procedure con la biglietteria, si accede in una sala, l’anticamera della mostra.
Si viene accolti da un bel campione di “GIBEON”, una siderite, meteorite ferrosa, trovata in Namibia (SWA).

“Gibeon” siderite posta all’ingresso della prima sala della mostra. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato.

L’introduzione alla mostra viene completata da due panelli che ci ricordano che l’Universo, con tutto ciò che lo compone, è in continuo movimento e che quindi l’Uomo non può pensare di restare per sempre ancorato alla Terra. Molto corretto il ricordo di Yuri A. Gagarin, il primo viaggiatore spaziale che nel 1961 fu messo in orbita attorno alla Terra. Buona anche la scelta delle due massime luminose sul pavimento. Una è tratta dalla Divina Commedia (Inferno, canto 34° 136-139):
Salimmo su, ei primo ed io secondo,
Tanto ch’io vidi delle cose belle,
Che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo:
E quindi uscimmo a riveder le stelle
e, con questi versi del “Padre Dante”, si sottolinea come l’Umanità, da
sempre, sia stata attratta dalle meraviglie dell’Universo.

L’altra massima:
“That’s one small step for a man, one giant leap for mankind” è la frase pronunciata da Neil Armstrong mentre, staccandosi dalla scaletta del modulo lunare dell’Apollo 11, “Eagle”, poggiava, per primo, il piede sulla Luna. Una frase bellissima che segna una svolta fondamentale nella storia dell’Umanità.
Da qui si accede alla prima sala della mostra che tratta le Comete, le grandi viaggiatrici del Cosmo che tanto hanno contribuito alla nostra esistenza ed alle nostre conoscenze dell’Universo. Una metà della sala è occupata da pannelli che spiegano cosa sono le comete, da cosa sono composte e da dove arrivano.
L’altra metà è tutta dedicata alla missione Rosetta che, lanciata il 2 marzo 2004, ha avuto il “rendez-vous” con la cometa 67P/Churyumon-Gerasimenko nel settembre 2016 e ha lanciato il lander ” Philae” che si è ancorato sul nucleo della cometa il 30 settembre 2016. Oltre a dei pannelli che spiegano molto bene i dettagli di questa importantissima missione spaziale, c’è anche un modello del lander “Philae”, un concentrato di tecnologia che, per le sue molteplici funzioni, i curatori della mostra, molto simpaticamente, lo hanno paragonato ad un “coltellino svizzero”. In questa sala c’è anche un campione di “ALLENDE”, una condrite carbonacea (CV3 ), caduta l’8 febbraio 1969 a Chihuahua, Mexico, la cui composizione chimica è molto simile a quella del nucleo delle comete.
Nella sala successiva si continua a parlare di comete, introducendo i concetti di base su come può essersi generata la vita sulla Terra, illustrando varie forme di vita, evidenziando come l’acqua sia indispensabile per avere la vita , spiegando l’attività dell’astrobiologia, illustrando cosa sono gli esopianeti e molto altro. Anche in questa sezione tutto viene spiegato con pannelli chiari ed esaustivi e con l’aiuto di stazioni interattive che facilitano di molto la comprensione di questi difficili concetti. “MURCHISON” una condrite carbonacea (CM2) caduta il 28 settembre 1969 a Victoria in Australia, introduce il visitatore in questa sala.

“MURCHISON” condrite carbonacea (CV2) situata nella seconda sala dove si tratta l’origine della vita. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato

La scelta di “MURCHISON”, per introdurci all’ idea che la vita possa venire dallo spazio, non poteva essere più azzeccata. Fin dalla sua caduta, si capì che “MURCHISON” non era una meteorite normale e, fatta le prime analisi, oltre ad un altissimo contenuto di acqua (12%), si trovarono anche parecchi composti organici. Gli studiosi non ebbero esitazioni nel dichiarare che “MURCHISON” proveniva dal nucleo di una cometa e, con analisi più approfondite, scoprirono che erano presenti più di 100 aminoacidi, gli elementi fondanti della vita.
Naturalmente questi dati non sono sufficienti per affermare che la vita viene dallo Spazio, però è anche molto riduttivo definire “sasso” un campione roccioso con così tanti composti organici.

 

Da qui si passa alla terza sala che, per noi meteoritici, è una vera “sala delle meraviglie”.
Si inizia con le spiegazioni delle differenze tra asteroidi e meteoroidi e poi si prosegue su come gli asteroidi vengono studiati e sulla loro provenienza. Tutto è spiegato molto bene con pannelli di alta qualità. Validissimo è l’accostamento di alcuni campioni di meteoriti, tutti provenienti dalla collezione di Matteo Chinellato, con il loro corpo genitore e così, sopra la foto di Marte troviamo “DAR AL GANI 476”, shergottite, un basalto marziano e, sopra la foto della Luna,”NWA 8455”, una breccia feldspatica lunare.

A queste due meteoriti, una provenienti da un pianeta (Marte) e una da un satellite (Luna), seguono queste tre meteoriti:

• “DAR AL GANI 779” howardite

• “DHOFAR 700” diogenite

• “NWA 769” eucrite

provenienti da diverse zone di uno stesso asteroide differenziato: (Vesta?).

Meteorite marziana e meteorite lunare con foto dei corpi genitori. Foto: arch. Meteoriti Italia. “DAR AL GANI 476” e “NWA 8455” meteoriti della collezione M. Chinellato.
Le meteoriti provenienti da un asteroide differenziato (Vesta?). Foto: arch. Meteoriti Italia. Meteoriti collezione M. Chinellato.
Il bellissimo campione di “CAMPO DEL CIELO” che introduce la sezione della mostra dedicata alle meteoriti. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato

Proseguendo, si incontrano altri pannelli che spiegano la differenza tra le meteoriti classificate come condriti e quelle classificate come acondriti, e che descrivono la zona di provenienza degli asteroidi.
A questo punto inizia la zona dedicata alle meteoriti. Il primo campione che incontriamo è un pezzo bellissimo di “CAMPO DEL CIELO”, meteorite ferrosa, proveniente da Gran Chaco, Argentina. Ho visto moltissimi campioni di “CAMPO DEL CIELO” ma non ne ho mai visto uno così bello e così pieno di regmagliti. Ho cercato di fotografarlo, ma la foto che ho scattato non rende giustizia al campione.
Alla base della foto noterete una moneta da 2€ che ho messo per darvi una idea delle dimensioni del campione. Un appunto che voglio fare agli ai curatori della mostra è che sui cartellini identificativi dei campioni non hanno indicato il peso. Questo dato magari non interessa ai più però, per chi si interessa di meteoriti, aiuterebbe ad apprezzare meglio i campioni di Matteo.

Meteorite orientata, a forma di scudo, testimonia che il passaggio della fascia atmosferica è avvenuto con un volo regolare. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato

Un pannello, che ne descrive le caratteristiche fisiche, introduce la prima vetrina di meteoriti che, in questo caso , sono state scelte proprio per evidenziare queste qualità. Potrete così apprezzare direttamente cosa si intende per peso specifico, crosta di fusione, fratture per raffreddamento, regmagliti, magnetismo, condrule, forma ed altre caratteristiche che ci permettono di distinguere una meteorite da un normale sasso terrestre. Tra gli esempi di forma c’è una meteorite “a scudo”, una forma molto aerodinamica che ci indica come questo particolare campione, durante l’attraversamento della fascia atmosferica, abbia mantenuto una posizione stabile, senza rotazione, giungendo a Terra con un viaggio molto meno accidentato di quello effettuato dalla maggior parte delle meteoriti. Proprio perché parliamo di una mostra che tratta di viaggi nel Cosmo, vi evidenzio questo campione per ricordarvi quanto le meteoriti siano state determinanti nel risolvere uno dei più grossi problemi dei viaggi spaziali: l’attraversamento della fascia atmosferica nel rientro a Terra. Dallo studio delle meteoriti, ed in particolare di quelle che hanno effettuato un volo stabile durante la discesa a Terra (meteoriti orientate), gli scienziati hanno scelto la forma ottimale da dare alle prime navicelle utilizzate per il rientro a Terra degli astronauti: il tronco di cono.

Inoltre, nei primi viaggi spaziali culminati con l’allunaggio celebrato dalla mostra, le navicelle utilizzate per il rientro a Terra erano dotate di uno scudo termico che, comportandosi come le meteoriti, proteggeva gli astronauti dal tremendo calore generato dall’attraversamento della fascia atmosferica. Lo scudo, infatti, era composto da un sufficiente numero di strati di materiali isolanti che, appena raggiungevano la temperatura di fusione, si staccavano in modo da impedire che il calore potesse propagarsi all’interno della navicella.

Una navicella che rientra aTerra. Il peso è di 6t, la velocità è di 11km/sec e la temperatura sullo scudo termico, generata dalla compressione dell’aria, raggiunge i 3000°C. Se non avessimo avuto i dati delle meteoriti, quanto tempo e soldi sarebbero stati necessari per superare queste difficoltà?. Ricostruzione artistica dal blog “Tr@nquillity Base”

Nella seconda, terza e quarta vetrina sono esposte le meteoriti divise per tipo.
Per facilitare la visione, all’interno di ogni vetrina è stato posto un cartello che riporta il numero delle meteoriti esposte, il tipo (con breve descrizione), la disposizione in vetrina , la tipologia dei pezzi ( frammento, fine pezzo, fetta, sezione lucidata) ed i campioni che, secondo i curatori, sono i più curiosi o, comunque, i più degni di nota.
Questa soluzione aiuta il visitatore a districarsi tra un numero notevole di campioni che, in queste tre vetrine, sono troppo numerosi per poterne apprezzare appieno caratteristiche e peculiarità.

La seconda vetrina, ad esempio, dedicata alle condriti, espone ben 45 campioni. Sono presenti condriti ordinarie e, in prima fila, condriti carbonacee. Di tutte queste meteoriti, il suddetto cartello evidenzia solo la splendida sezione lucidata di “ALLENDE”, caduta a Chihuahua, Mexico, 8 febbraio 1969, perché contiene dei “minuscoli diamanti” e “MBALE”, due campioni (un fine pezzo con crosta ed una fetta) di una meteorite caduta in Uganda ,14 agosto 1992, e macinata dai “dottori juju” per farla ingerire ai loro pazienti affetti da AIDS. A un visitatore distratto queste indicazioni possono essere sufficienti anche se avrebbe potuto essere interessato dal sapere che “JILIN” caduta a Jilin, China, 8 marzo 1976, tra i suoi 11 pezzi recuperati, per un peso complessivo di 4t, annovera la meteorite rocciosa più grande finora recuperata: 1775 kg.

Per un visitatore interessato però, evidenziare solo 2 campioni quando ci sono 45 campioni (quasi tutti straordinari) da ammirare, mi sembra troppo poco. Non aver evidenziato, le meteoriti “BARBOTAN” caduta a Barbotan, Francia, 24 luglio 1790 e la “WOLD COTTAGE” caduta a Wold Newton, Inghilterra, 13 dicembre 1795 , per esempio, non solo è riduttivo nei confronti della mostra, ma priva molti visitatori della possibilità di notare due campioni di meteoriti che sono state fondamentali per lo sviluppo dell’Astronomia e la nascita della Meteoritica. La caduta di “BARBOTAN”, pur avendo avuto moltissimi testimoni e certificata da una dichiarazione sottoscritta dal sindaco di Barbottan e da più di 300 cittadini, fu ritenuta dalla “scienza ufficiale della Francia” una bufala, frutto di superstizioni di gente ignorante, perché era impossibile che arrivassero sassi dal Cielo. Cinque anni più tardi, 1795, in Inghilterra, la caduta di “WOLD COTTAGE” ebbe meno testimoni, ma avvenne nelle proprietà di un magistrato, il capitano Edward Tophan . Questi, dopo aver investigato su quanto gli avevano riferito i suoi lavoranti testimoni dell’avvenimento, fece far loro una dichiarazione giurata che la scienza ufficiale di Inghilterra, comunque già più di lunghe vedute di quella francese, non potè ignorare. Finalmente, grazie alla meteorite “WOLD COTTAGE”, ed alla autorità di un magistrato, anche la scienza ufficiale cominciò ad accettare l’idea che sassi potessero arrivare dal Cielo. 
Il capitano Tophan, per sottolineare l’importanza dell’evento, fece erigere un monumento sul punto di caduta della meteorite; il primo monumento, dell’era moderna, dedicato alla caduta di una meteorite.
Nei tempi antichi, sui luoghi di caduta delle meteoriti costruivano templi.

Il monumento eretto sul luogo di caduta di “WOLD COTTAGE”. Photo by Martin Goff dal sito: FALLING ROCKS

La terza vetrina, dedicata alle acondriti, è la più ricca di campioni, 51, provenienti da Marte, dalla Luna, da Vesta e da altri Corpi Celesti che hanno subito un processo di differenziazione come quello subito dalla Terra. Proprio per questo, pur offrendo un campionario straordinario di rarissime meteoriti (tanto per capirsi, sono pochissime le collezioni pubbliche che possono vantare una così elevata varietà di questo tipo di campioni), le meteoriti di questa vetrina rischiano di ricevere scarsa attenzione dal visitatore proprio per la loro somiglianza con le rocce terrestri.
Il cartello che deve guidare il visitatore aiuta poco e, se non è ancora stato corretto, dà le meteoriti marziane al centro e le lunari a DX della vetrina quando, in realtà, al centro ci sono le lunari e, a DX , le marziane. Questo, adesso, dovrebbe già essere stato corretto. Come curiosità il cartello segnala l’età assoluta delle meteoriti marziane presenti : ”solo” 1,2 miliardi di anni contro i 4,6 miliardi delle normali meteoriti. La “giovane età” di queste meteoriti, che adesso sappiamo essere marziane, fu la caratteristica usata per identificarle con l’acronimo SNC (Shergotty, Nakhla, Chassigny) che indica le località in India, Egitto e Francia dove caddero questi frammenti di grossi Corpi Celesti che 1,2 miliardi di anni fa avevano ancora una attività endogena che poteva dar origine a nuove rocce.

Nella vetrina è esposto anche un campione di “NAKHLA” caduta nel delta del Nilo, Egitto, il 28 giugno 1911.
L’altra curiosità segnalata è che, le meteoriti lunari presenti, vengono tutte da località della Luna diverse da quelle campionate dagli astronauti delle missioni Apollo. Detta così, sembra poca cosa, però questa è un altra importante caratteristica che rende le meteoriti insostituibili per conoscere l’esatta composizione dei corpi rocciosi del Sistema solare.

I campioni lunari riportati a Terra dalle missioni Apollo e dalla sonda russa Luna (383kg in totale), rappresentano una campionatura di rocce relativa alle sole aree di allunaggio che, proprio per esigenze tecniche, sono state programmate tutte nelle zone piatte basaltiche dei mari.

I punti di allunaggio delle navicelle Apollo e delle sonde Luna che hanno riportato a Terra campioni del suolo lunare. Foto: nssdc.gsfc.NASA.gov

Nessun campione di roccia delle zone montuose della Luna è stato portato a Terra ed i soli campioni che abbiamo da quelle zone sono giunti a noi come meteoriti.

La quarta vetrina, dal punto di vista estetico, è la più straordinaria.

Ci sono 33 campioni tra meteoriti ferrose e ferro-rocciose. Il cartello di questa vetrina spiega al visitatore che le meteoriti ferro-rocciose si suddividono in mesosideriti e pallasiti e, quest’ultime, con il loro mix di 50% di leghe di Fe-Ni e 50% di cristalli di olivina, una volta tagliate e lucidate, sono senza dubbio le meteoriti più belle.

Tra i campioni degni di nota, i curatori suggeriscono “HOBA”, ferrosa, trovata in Namibia, South Africa, nel 1920 che, con la sua massa di circa 60t, è in assoluto la meteorite più grossa che sia mai stata recuperata.

L’altro campione segnalato è una bella fetta di “ESQUEL”, pallasite, trovata a Chubut, Argentina, nel 1951. Come per le due precedenti vetrine, ritengo giusto aggiungere almeno due altri campioni a quelli segnalati. Voglio però prima precisare che con queste mie intromissioni non intendo criticare i curatori che, secondo me , hanno fatto un ottimo lavoro, ma desidero solo aiutare gli appassionati di meteoriti a non perdersi tra ben 129 campioni esposti in sole 3 vetrine.

Una delle meteoriti che voglio segnalarvi è “CANYON DIABLO”, ferrosa, trovata a Coconino County, Arizona, USA, nel 1891. Questa meteorite è un pezzetto del bolide che circa 50.000 anni fa impattò la Terra dando origine a “Meteor Crater”, o meglio “Barringer Crater”, il più noto cratere d’impatto che si trova nei pressi di Winslow (AZ).

 

“KRASNOYARSK” con l’etichetta originale che certifica che il campione esposto era appartenuto alla collezione del MCSN di Milano. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato

L’altra meteorite che non potete mancare è “KRASNOJARSK”, pallasite, trovata nel 1749 in Siberia, Russia. Questa meteorite segna una tappa fondamentale della storia della Meteoritica. I suoi cristalli di olivina immersi in una massa metallica costituita prevalentemente da ferro e nichel attirarono l’attenzione di Peter Simon Pallas , naturalista tedesco che nel 1772 , inviato dalla zarina Caterina II di Russia, si trovava in quelle terre per valutarne le risorse. Il Pallas, esperto di rocce e minerali, si rese subito conto che quella combinazione ferro-roccia era “innaturale” per una roccia terrestre e, pertanto, poteva solo essere arrivata dallo spazio.

Proprio i campioni di “KRASNOJARSK”, portati in Germania dal Pallas, furono il principale argomento del lavoro di E.F. Chladni che segnò l’inizio dello studio della Meteoritica: “Sull’origine della Massa di Ferro Scoperta da Pallas ed Altre Similari a Questa, e su Alcuni Fenomeni Naturali a Loro Relativi” e, giustamente, a queste bellissime meteoriti è stato dato il nome di pallasiti.
Il campione esposto, inoltre, è impreziosito da una etichetta originale con la quale si apprende che, prima di entrare nella collezione di Matteo Chinellato, apparteneva alla collezione del Museo Civico di Storia Naturale di Milano.

La vetrina successiva, la quinta, è tutta dedicata alle meteoriti cadute o trovate in Italia.

Questa vetrina, proprio perché illustra gran parte del patrimonio meteoritico nazionale, è stata strutturata in maniera diversa dalle precedenti e così, grazie ai curatori, per le nostre meteoriti più significative si può leggere anche la storia della caduta e del riconoscimento. Soffermatevi a leggere queste storie perché sono talmente straordinarie che vi verrà voglia di approfondirle.
Tenendo sempre presente che stiamo ammirando campioni provenienti da una collezione privata, c’è da essere più che meravigliati nel trovare campioni di “SIENA”, “ALBARETO” “VIGARANO” e tanti altri difficili da trovare anche nei Musei più qualificati. Alcuni di questi campioni: “BAGNONE”, “ASSISI”, “ORVINIO”, “GIRGENTI”, “COLLESCIPOLI” e “MONTE MILONE”, a maggior garanzia della loro autenticità, sono anche accompagnati dalla etichetta originale del MCSN di Milano da dove provengono. Un altro campione “monstre” (sono a corto di termini per illustrarvi queste meraviglie) è un pezzo di “ALFIANELLO” di ben 231g , con bellissima crosta di fusione e con una etichetta originale dalla quale, per mia ignoranza, non riesco capire la collezione di provenienza ma che, vista la straordinaria qualità del pezzo, non credo sia da una collezione privata.
Sono sicuro che questa sarà una delle vetrine che avrà la maggiore attenzione del pubblico e, proprio per questo, avendo notato alcune imprecisioni nel cartello a lei dedicata, desidero fare alcune precisazioni.
Il numero ufficiale delle meteoriti italiane è di 41, come riportato dal “Meteoritical Bullettino Database” che è lo strumento di riferimento per la catalogazione di tutte le meteoriti. Secondo questo catalogo, le meteoriti cadute o trovate nel Veneto sono 3: “VAGO”, “NOVENTA VICENTINA” e“TESSERA” (meteorite di 51,3g, trovata il 26/2/2000 proprio da Matteo Chinellato)
Le meteoriti: Piave, Mareson di Zoldo, Lido di Venezia e Tessera (campione di 11,85g trovato il 9/9/1999) , anche queste trovate da Matteo Chinellato, non sono state ancora ufficializzate come meteoriti italiane e, a mio parere, fuori posto in questa vetrina. A chi pensa di diventare “cacciatore di meteoriti” voglio far notare che Matteo Chinellato, in poco più di un anno e mezzo, aprile 1999-gennaio 2001, solo in Veneto, è riuscito a trovare ben 5 meteoriti. Non so quante ore di ricerca sul campo siano state necessarie a Matteo per ottenere questo invidiabile risultato comunque una cosa sembra sicura: anche in Italia si possono trovare meteoriti.

“GIRGENTI”, una delle meteoriti italiane esposte nella 5a vetrina, accompagnata dalla etichetta originale del MCSN di Milano. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M.Chinellato

Nella vetrina seguente, di dimensioni più ridotte, sono raggruppati 5 campioni di “SIKHOTE-ALIN”, importante meteorite ferrosa caduta in Russia il 12 febbraio 1947 che, con le sue quasi 30t di materiale recuperato e la qualità dei campioni, penso sia la meteorite più presente nelle collezioni pubbliche e private.
A seguire, a conclusione della sezione meteoriti, c’è una vetrina con 9 meteoriti che, o per importanza storica quali “ENSISHEIM” e “L’ AIGLE”, o per curiosità : “PEEKSKILL” e “VALERA” o per l’attualità: “CHELIABINSK”, sono state più o meno importanti per divulgare nel mondo la conoscenza delle meteoriti. La mostra prosegue illustrando gli effetti che si possono registrare all’arrivo sulla Terra di queste straordinarie Viaggiatrici del Cosmo.
Una prima vetrinetta contiene delle sezioni di tronchi di alberi recuperati nella zona di Tunguska, Siberia. Qui, il 30 giugno 1908, si registrò quella che, a memoria d’uomo, è stata la più violenta esplosione naturale avvenuta vicino alla Terra. L’esplosione, che si pensa sia dovuta all’entrata in atmosfera di un pezzo di nucleo di cometa, è avvenuta tra i 5-10km dal suolo generando un onda d’urto che ha distrutto un’area di foresta superiore ai 2000km2 abbattendo 80 milioni di alberi.

Sezioni di tronchi provenienti dalla zona d’impatto di Tunguska. All’interno del cilindro di plexiglass c’è un pezzo di albero, completamente bruciato, proveniente dalla zona d’impatto, ed una sezione di un tronco, completamente essiccato, prelevato nelle vicinanze della zona d’impatto. Foto: arch. Meteoriti Italia. Collezione M. Chinellato e Collezione R. Serra.

A seguire c’è un’altra vetrinetta con 6 campioni di “vetro libico”, meglio conosciuto con l’acronimo “LDSG” (Libyan Desert Silica Glass). Questo vetro, conosciuto anche dagli antichi egizi, è il risultato dell’impatto di un corpo celeste con la sabbia del deserto avvenuto circa 28 milioni di anni fa. L’impatto genera temperatura e pressione che fondono il terreno, in questo caso sabbia estremamente pura con un contenuto di silice attorno al 98%; la massa fusa e viscosa viene scagliata in atmosfera e, ricadendo sulla Terra, si raffredda solidificandosi.

I legni di Tunguska ed i “vetri libici”, facendoci intuire le energie generate dagli impatti sulla Terra di corpi cosmici di una certa consistenza, con diametro inferiore a 1km, ci introducono alla sezione che tratta degli impatti con la Terra di asteroidi con diametro fino a 10 e più km. Questi impatti catastrofici sono responsabili di “Distruzioni di massa”, eventi che, in breve tempo, possono spazzar via fino al 95% di tutte le specie esistenti.

Ampio risalto è dato all’estinzione di massa del K-T, Cretaceo -Terziario che, circa 65 milioni di anni fa, fu responsabile dell’estinzione di quasi il 75% di tutte le specie viventi, dinosauri inclusi.

Proprio studiando questa che è la più recente grande estinzione di massa, gli studiosi Luis e Walter Alvarez e Frank Asaro, nel livello K-T affiorante nella Gola del Bottaccione, Gubbio, PG, trovarono un eccezionale contenuto di Iridio che poteva essere spiegato solo con una provenienza extraterrestre. Da questo indizio, formularono l’ipotesi che l’estinzione fosse dovuta all’impatto di un asteroide con la Terra e, anche se molto contrastati dalla maggior parte dei colleghi, riuscirono a provare la loro teoria con la scoperta del cratere d’impatto di Chicxulub, nel Golfo del Messico vicino alla penisola dello Yucatan. Questa parte della mostra è ricca di stazioni interattive e multimediali e bisogna complimentarsi con i curatori per aver voluto ricordare ai visitatori che, anche se pochi ne parlano, la possibilità di un impatto devastante di un asteroide con la Terra è molto più probabile di quanto siamo abituati a pensare. Tra i contributi multimediali di questa sezione vi segnalo quello dell’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, che illustra il progetto P.R.I.S.M.A. Prima Rete Italiana per la Sorveglianza di Meteore e Atmosfera. Questo progetto, iniziato a fine 2016, quando sarà completato garantirà, finalmente, il monitoraggio dei nostri cieli.

Le registrazioni delle camere all-sky installate su tutto il territorio nazionale ci permetteranno di determinare il punto di partenza ed il punto di impatto di tutto quanto ci arriva dallo spazio; dati fondamentali per poter mettere in funzione dei sistemi di protezione contro eventuali pericolosi impatti. La visita di questa sala si conclude con la sezione dedicata agli aspetti culturali, cioè su come il Cosmo abbia ispirato l’uomo nell’arte, nella letteratura, nel cinema. Questa sezione è evidenziata da una bella gigantografia della “De sterrennacht” di Vincent van Gogh che ben rappresenta il legame Cosmo-Cultura. Nell’ultima sala, dedicata ai viaggi spaziali, c’è il modello della tuta di un astronauta e ci sono foto e pannelli che trattano della Stazione Spaziale Internazionale, delle esplorazione di Marte e dei viaggi sulla Luna.

In questa parte della mostra c’è la sezione “Spazio-Cinema” che, con filmati scientifici, documentari storici e spezzoni di cinema vuole far vivere al visitatore i momenti straordinari dei nostri primi passi nel Cosmo. L’idea è ottima e auguro agli organizzatori che sia anche efficace. Penso che sarebbe un grandissimo successo se i giovani visitatori riuscissero provare, almeno in parte, quelle emozioni che la gente del mio tempo ha provato seguendo le tappe della corsa allo Spazio iniziata con la messa in orbita della cagnetta Laika, proseguita col volo di Yuri A. Gagarin e raggiunto l’apice con l’allunaggio dell’ Apollo 11 e la passeggiata lunare di Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

In questa recensione, preparata per presentare la mostra ad un gruppo di appassionati di meteoriti, ho privilegiato la sezione meteoriti. Ritengo necessario sottolineare questo perché tutta la mostra merita la vostra attenzione. Grazie.

Umberto Repetti (Meteoriti Italia)

Uno scorcio della sala della mostra dedicata alle meteoriti. Foto: arch. Meteoriti Italia