Si è concluso  con un successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”

Si è concluso con un successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”

È stato un grande successo il “4° BARCIS Meteorite Festival”, l’unica manifestazione  italiana dedicata esclusivamente alle meteoriti, che si è svolta a Barcis il 26 e 27 agosto.
L’evento ha trasformato la Terrazza del Palazzo Centi nel luogo d’Italia con il più gran numero di meteoriti esposte al pubblico, ha confermato Barcis come il punto d’incontro per gli espositori e per gli appassionati di meteoriti italiani e ha gettato le basi perché l’interesse per questa manifestazione possa estendersi anche a collezionisti e ricercatori stranieri.
La manifestazione, organizzata da Meteoriti Italia APS con la partecipazione del Comune e dalla Pro Loco di Barcis, quest’anno ha avuto anche la collaborazione della Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane Cavallo Cansiglio.
La collaborazione del Dott. Daniele Gardiol , Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) che ha illustrato ai visitatori il progetto PRISMA,  di cui è responsabile,  ha  avallato la valenza scientifica dell’evento.
L’edizione di quest’anno, a 70 anni del ritrovamento della meteorite “BARCIS” avvenuto nel 1953 durante il completamento dei lavori della diga, ha ricordato con una piccola mostra le fasi salienti del ritrovamento, dello studio, della divulgazione e delle ricerche di questa rara meteorite che ha fatto conoscere Barcis alla comunità Meteoritica di tutto il mondo.
I più noti collezionisti e cacciatori di meteoriti italiani ed una qualificata rappresentanza di collezionisti e cacciatori stranieri (Cecoslovacchi, Svizzeri e Polacchi), hanno dato alla manifestazione una dimensione internazionale.
La quantità, la qualità e le tipologie delle meteoriti esposte erano tali da soddisfare sia le esigenze dei nuovi appassionati che dei collezionisti professionali ed anche quelle dei curatori dei musei.
Il numero dei visitatori, raddoppiato rispetto all’anno scorso, ha superato le 2000 unità. La provenienza dei visitatori è cambiata rispetto all’edizione dell’anno scorso che registrava, prevalentemente, persone provenienze dal FVG e dal Veneto.
Quest’anno i visitatori sono arrivati da tutto il Triveneto, dalle confinanti regioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna, e dal Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e Lazio. Il visitatore che arrivava da più lontano arrivava da Barletta.
Erano presenti anche visitatori stranieri principalmente europei, con una piccola rappresentanza di inglesi, russi, argentini e americani. Tutto questo a conferma che la nostra azione pubblicitaria allargata in Italia sta funzionando e, visto che stiamo assumendo un carattere internazionale, è giunto il momento di iniziare a pubblicizzarci anche all’estero. 
La presenza del Dr. Geologo Vanni Moggi Cecchi (curatore della collezione lito-mineralogica del Museo “La specola” dell’Università di Firenze, che ha classificato circa 500 nuove meteoriti), del Dott. Romano Serra  ( Università di Bologna, che ha partecipato alle  spedizioni dell’UNIBO  a Tunguska ed anche in Asia, Africa e Sud America per ricerche di meteoriti e studi di crateri d’impatto), di Danilo Coppe (Mr. Dinamite, fondatore dell’Istituto Ricerche Esplosivistiche, IRE, che ha messo a disposizione delle attrezzature per aiutare Meteoriti Italia APS nella ricerca di probabili altri campioni della meteorite trovata a Barcis) ha certificato l’interesse scientifico della manifestazione.
I rappresentanti di Meteoriti Italia APS assieme ad una delegazione degli espositori hanno consegnato al Sindaco Claudio Traina ed al Comune di Barcis un piatto commemorativo pirografato che ricorda i 70 anni dal ritrovamento della meteorite.
Alla conclusione del Festival, Autorità locali, Meteoriti Italia ed espositori hanno concordato di ritrovarsi tutti il 24-25 agosto 2024 per il “5° BARCIS Meteorite Festival”. Siete tutti invitati.

Foto dell’articolo del “Messaggero Veneto” sul 4° BARCIS Meteorite Festival, inviataci dal Sindaco di Barcis C. Traina.
Interni della “Terrazza del Palazzo Centi” dove erano esposte le meteoriti. (Foto M. Chinellato)
Interni della “Terrazza del Palazzo Centi” dove erano esposte le meteoriti.
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Alcune delle meteoriti offerte
(Foto M. Chinellato)
Meteoriti solo per esposizione. La vetrina delle meraviglie  proposta da Matteo Chinellato con alcuni dei campioni più importanti della sua eccezionale collezione.
(Foto M. Chinellato)
Visitatori
(Foto M. Chinellato)
Visitatori 
(Foto arch. Meteoriti Italia)
Visitatori 
(Foto arch. Meteoriti Italia)
Organizzatori, Espositori e Visitatori scelti per premiare il Sindaco di Barcis, C. Traina, ed il Comune per gli anni di aiuto e collaborazione nel rendere popolari le meteoriti.
Da sx: R. Serra, D. Coppe, D. Gaddi, Sindaco di Barcis  C. Traina, Ass. Comune di Barcis, G. Tomelleri, U. Repetti, A. Petriccione, R. Vergiati, A. Bussi, F. Moser, G. Lago.
(Foto arch. Meteoriti Italia)
La premiazione del Sindaco e del Comune di Barcis con piatto ligneo pirografato con l’immagine della massa principale della meteorite “BARCIS”.
(Foto arch. Meteoriti Italia)

Barcis, 3 – 4 settembre, 3ª Mostra Mercato METEORITI

3ª Mostra Mercato METEORITI

A Barcis (PN) sabato 3 e domenica 4 settembre p.v. si svolgerà la 3ª Mostra-Mercato METEORITI dedicata esclusivamente alle meteoriti e articoli correlati.
Saranno presenti alcuni dei più importanti “cacciatori-collezionisti di meteoriti” italiani e ci sarà anche una piccola, ma molto qualificata, rappresentanza di “cacciatori di meteoriti” stranieri.
Purtroppo, dopo 2 anni di forzata interruzione dell’evento causa Covid, non è stato possibile raggiungere tutti i collezionisti-venditori nazionali ed alcuni di quelli contattati hanno declinato l’invito causa precedenti impegni.
Nonostante questi contrattempi, chi verrà a Barcis troverà appassionati ed esperti con i quali parlare di meteoriti, potrà esaminare e confrontare i campioni esposti e potrà valutarne i prezzi offerti senza essere distratto da tutta la mercanzia che, ultimamente, è presente nelle mostre-mercato di Minerali e Fossili.
Meteoriti Italia APS è stata fondata per rendere popolari le meteoriti e, pur non essendo coinvolta con la vendita di campioni, ritiene importante offrire ai nuovi appassionati un momento d’incontro dove poter acquistare le meteoriti desiderate al giusto prezzo ed al riparo da fregature, sempre possibili quando si contrattano campioni rari e difficili da classificare.
In questa edizione della Mostra Mercato troverete anche:

    • il Dott. Daniele Gardiol, INAF, responsabile del progetto PRISMA che, con uno stand dedicato, illustrerà il progetto e vi parlerà del successo ottenuto con il recupero della meteorite “CAVEZZO”, caduta il primo gennaio 2020 a Cavezzo (MO) e, al momento, l’ultima meteorite ad essere stata recuperata in Italia.

Saranno presenti anche:

    • Davide Gaddi e la cagnetta PIMPA, i recuperanti della meteorite “CAVEZZO”

Per chi è interessato alla ricerca di meteoriti sul campo si segnala inoltre:

    • La ditta “Detector Center” di Cervia (RA), i più importanti rivenditori italiani di metal detector, sarà presente con modelli di varie marche ritenuti i più idonei per la ricerca di meteoriti. Personale qualificato della “Detector Center” sarà disponibile per illustrarvi l’attrezzatura, consigliare i potenziali acquirenti e assistervi nelle simulazioni di ricerca sul campo che verranno condotte nei giardinetti all’esterno della tavernetta del Palazzo Centi.

Per chi passerà l’intero fine settimana a Barcis:

    • L’Associazione Pordenonese di Astronomia, che collabora anche con l’organizzazione della mostra, ha programmato per sabato 3 sera, una serata di osservazioni presso l’Osservatorio Astronomico di Montereale Valcellina.

E naturalmente:

    • Meteoriti Italia APS con un campionario di pubblicazioni, stampe, cartoline e francobolli dedicato alle meteoriti. Nel corso della manifestazione, a richiesta, saranno organizzati dei brevi laboratori su come riconoscere una meteorite da un sasso o da una scoria industriale, e su come cercare e recuperare meteoriti.

È un evento pensato per tutti i meteoritici, neofiti ed esperti, e per chi vuole avvicinarsi alle meteoriti.
Si prega di inoltrare l’invito a tutti i vostri conoscenti che potrebbero essere interessati.
L’appuntamento è dunque per il 3 e 4 settembre a Barcis che, con il suo lago e la bellissima Val Cellina, perle del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, sarà una meta graditissima anche per eventuali vostri accompagnatori non interessati alle meteoriti.

GRAZIE

Meteoriti Italia APS

Ensisheim Meteorite Show 2022

Ensisheim Meteorite Show 2022

Il socio Ennio Ravizza , che ha partecipato al “Ensisheim Metorite Show 2022” tenutosi ad Ensisheim, Francia,  17-19 giugno,  ci  ha spedito questo bellissimo reportage.
Ennio, che agli inizi della nostra attività divulgativa, ci aveva già fornito degli ottimi articoli per il nostro “Notiziario”, oltre ad essere brillante nello scrivere è anche un serio e preparato collezionista di meteoriti che, in pochi anni, è riuscito ad allestire una collezione molto importante.

Buona lettura

“Se sei un appassionato di meteoriti devi andare, almeno una volta nella vita, alla Bourse aux Meteorites di Ensisheim; così come un musulmano deve andare alla Mecca”. Quante volte me lo sono sentito dire.
Cancellata due volte a causa della pandemia, quest’anno la fiera alsaziana è tornata; quindi non ho scuse, faccio il pieno alla macchina e mi metto in viaggio.
È facile, da Milano. Da Chiasso si taglia la Svizzera fino a Basilea, poi si entra in Francia e si arriva ben presto a Ensisheim. È un tragitto interamente in autostrada, tranne i pochi chilometri finali.
Il viaggio è tranquillo e piacevole. Si accarezzano i laghi. I prati sono ben tenuti. Le montagne mostrano frange di neve. In poco più di quattro ore si arriva. L’unico inghippo sono i 17 chilometri della galleria di San Gottardo: se non si calcola meticolosamente l’ora di passaggio, si rischia di restare invischiati in code chilometriche. A me va bene: passo all’ora di pranzo e aspetto solo una decina di minuti.

Ensisheim è un sonnacchioso villaggio senza attrattive. Poco più di settemila abitanti, un paio di alberghi, altrettante chiese, un carcere. Case basse. Sui campanili, i comignoli e le gargouilles nidificano le cicogne. I pulcini stanno crescendo; ogni tanto si sentono sbattere i becchi. All’orizzonte si profilano i Vosgi, zona di castelli e vini famosi. Si parla francese, ma gli anziani conservano ancora l’Elsassisch, un dialetto fortemente influenzato dal tedesco.
A celebrare la caduta della meteorite ci sono alcuni murales e una ricostruzione aberrante. È addossata al muro del carcere. Un masso colorato posto in fondo a un solco tracciato nella ghiaia, con un cartello probabilmente colorato dagli alunni delle elementari… e un idrante rosso che buca dallo sfondo.

La fiera si identifica subito. La piccola piazza centrale è occupata da una largo tendone ingombro di tavoli. Gli espositori più affezionati conquistano invece il primo piano del Palais de la Régence, l’ex municipio, un edificio d’arenaria bionda del 1535 che a pian terreno ospita il Musée de la Régence. È lì che viene conservata la meteorite che ha fatto la storia, in una vetrina a colonna. Altèra e regale, poggia su una base di stoffa rossa, indifferente agli appassionati che le girano attorno in un inesplicabile silenzio da cattedrale. Sussurrano tutti. Quasi volessero evitare di infastidire Sua Maestà.

È un sasso che ha vissuto sulla Terra i suoi momenti più strani. Maneggiato da un imperatore, incatenato in una chiesa… certamente i miliardi d’anni nello spazio sono stati i più tranquilli. Ne sono rimasti 55 chili, dei 127 originali, ma bastano a profondere una magnetica aurea di sacralità. A pochi metri, chissà perché, c’è un campione di Imilac, dono di un collezionista. Inadeguato, sembra la minuta ancella di un’ammaliante regina. Forse lo hanno messo lì per riconfermare un gemellaggio virtuale fra Nuovo e Vecchio Mondo, già sancito dalla regina che è atterrata pochi mesi dopo la scoperta di Colombo. Sono queste le uniche meteoriti: per il resto il museo racconta la storia mineraria e di fatica della regione.

La fiera inizia al venerdì pomeriggio, per i commercianti, ed è aperta sabato e domenica per il pubblico. In realtà le porte sono sempre spalancate e può entrare chiunque, fin dal venerdì. Sui tavoli ci sono quintali di sassi spaziali. Tutti i maggiori commercianti del mondo si sono dati appuntamento qui, mancano solo un paio di americani e di spagnoli. Mike Farmer è in Costarica, a caccia di Agua Zarcas. Gli iberici prediligono le transazioni online. Ci sono perfino i russi, che hanno aggirato le sanzioni sulle compagnie aeree passando dalla Turchia: la Turkish Airlines non ha smesso di collegare Mosca all’Europa.

Le NWA fanno la parte del leone, intere o affettate. I marocchini hanno tavoli caotici: decine di pietre rovesciate alla rinfusa, senza scatole, senza etichette. Alcuni di loro, pochi, si sono adeguati allo stile europeo e rivendono prodotti inscatolati ed etichettati, anche non NWA. Appena percepiscono un minimo d’interesse, ti sussurrano mielosi “Seulement pour toi, je fais une remise spéciale”… ma l’esercizio del dubbio, su un’affermazione del genere, resta la migliore strategia.
Qua e là sbucano intrusi: francobolli e cartoline a tema meteoritico, un calco in resina della Adamana – la Venus Stone -, perfino vari fossili mimetizzati tra alcune fette di NWA.
Il tavolo più interessante è quello di Mark Lyon. Grandi fette ben lavorate; materiale di ogni genere e provenienza. Prezzi alti. Con la sua barba fluente e gli occhiali, Mark sembra il mormone dei film western: gli manca solo il cappello a tesa piatta.
Ci sono tavoli monotematici: uno è quasi interamente dedicato ad Almahata Sitta, l’altro a Benenitra, la meteorite malgascia che il venditore indica come la ‘météorite de l’éclipse’, perché la caduta è avvenuta in coincidenza con un’eclissi lunare totale. Entrambi espongono sia frammenti di pochi milligrammi sia campioni molto grandi.
Ci sono tavoli che hanno invece un respiro globale, con l’ovvia eccezione dell’Antartide, come quelli di Sergey Vasiliev e Marc Jost. Due cacciatori di meteoriti tutt’ora in attività, da poco rientrati dal Cile con campioni di Imilac e Los Vientos. Stanno già preparandosi a partire per il Marocco, in autunno, quando ci saranno delle temperature che permettano di affrontare il Sahara. Marc, svizzero, possiede la più grande collezione di meteoriti d’Europa ed è lo scopritore della Twannberg. Al suo tavolo si danno appuntamento direttori e curatori di musei, professori universitari e collezionisti famosi, come Peter Marmet e tanti altri. C’è chi anticipa la pubblicazione di articoli sulla sorprendente NWA 12520, chi segnala recenti libri o propone nuovi studi.

L’unico italiano è Giorgio Tomelleri, che esibisce campioni bellissimi ma, praticamente, destinati solo a musei o a ricchi appassionati, visto il prezzo. Con le mani tremanti, tira fuori dalle scatole i pezzi migliori, te li mostra in fretta e li ripone immediatamente, imballandoli con la delicatezza di un padre. È arrivato qui con un camper che resta per l’intera giornata parcheggiato sotto il sole. Alla sera è un forno. Lui e la Lina devono cercare di dormire con gli oblo aperti ma temono che sia una soluzione poco sicura… quindi, vuoi per il caldo, vuoi per la preoccupazione, non riescono praticamente a chiudere occhio!
A due passi da lui, un tavolo è occupato da tre fette enormi di Aletai. Sono lunghe almeno un metro. Due esibiscono le figure di Widmanstätten, la terza deve ancora essere acidificata. Mostra qualche segno di ruggine, in attesa di venire stabilizzata. Sabato pomeriggio, una fetta non c’è più e il venditore sta già reinvestendo il ricavato. Gli fanno gola le Tissint di Tomelleri. La trattativa si preannuncia avvincente.
Eccolo, il vero volto di Ensisheim. Aperta ai collezionisti, è in realtà l’occasione sicura per i commercianti, che scambiano, discutono, trattano. Come è giusto che sia, dato che Monaco è soffocata da minerali e gioielli e Tucson è lontana.
Infatti, Francesco Moser non ha nemmeno preso un tavolo. Si aggira con un quadernetto, presto sgualcito, su cui prende note, immagina profitti, imbastisce trattative e riempie borse. Lui è arrivato anche per una sorta di rito personale in ricordo di Mauro Ianeselli, di cui era grande amico e con cui è sempre venuto qui.

Tuttavia, non è giusto derubricare Ensisheim a un mero mercato per i commercianti. In realtà offre occasioni a tutti: sui tavoli si vedono scatole di ogni foggia e dimensione. Qualunque collezionista – o anche il semplice appassionato – può trovare soddisfazione per le proprie aspettative e le proprie tasche. Si possono acquistare sia i pezzi di centinaia di chili sia dei frammenti che sembrano reliquie medievali. Gli spagnoli sono i più forniti di materiale a basso budget e i loro tavoli si affollano dei visitatori più giovani (molto pochi, per la verità).
L’indiscusso re della minutaglia è Pierre-Marie Pelé, un francese tronfio e obeso che si atteggia a grande scopritore, anche se nessuno sa cosa abbia scoperto. Il suo tavolo è coperto di scatoline piccolissime con frammenti minuscoli. Il trionfo del milligrammo! Roba che, per capire che siano meteoriti, devi avere a casa uno spettroscopio Raman!

L’aria è densa di polvere. La canicola impazza. Sabato mattina i visitatori si accalcano, ma al pomeriggio spariscono quasi tutti, vinti dai 36 gradi e dalla mancanza di ventilazione. Domenica è anche peggio. Chiedo a una barista se questa temperatura, in questo periodo, sia normale. “C’est l’Alsace, monsieur”, mi risponde, “Qui passiamo dal molto caldo al molto freddo: non conosciamo le mezze misure”.
Tomelleri si deterge il sudore con una pezzuola bagnata, ma non sembra avere un gran successo nemmeno piazzandosi davanti a un ventilatore.
I commercianti/collezionisti più scafati combattono la calura seduti ai minuscoli tavolini del kebabbaro di fianco all’ingresso del Palais. Birra, riesling e Gewurztraminer ghiacciati. Fino all’orario di chiusura, in serata. Poi si spostano poco più in là, fino a tarda notte, continuando a ‘idratarsi’ e a discutere di lunari, marziane e CAI. Millantano di ricordare perfettamente il peso della fettina di aubrite venduta cinque anni fa. Sembrano una bizzarra setta religiosa che celebra i suoi cerimoniali, in cui tutti sono sacerdoti e ciascuno ha il diritto all’omelia.
Può sembrare strano ma è un ambiente piacevole, mai greve, permeato di competenza.

Conclusione: torno a casa con tre nuovi sassi, ho pianificato la mia visita dell’anno prossimo alla Route des Vins d’Alsace, mi sono divertito. Tornerò, perchè “Se sei un appassionato di meteoriti devi andare, almeno una volta nella vita, alla Bourse aux Meteorites di Ensisheim; così come un musulmano deve andare alla Mecca”.

Una mostra di meteoriti a Sesto San Giovanni (MI)

Una mostra di meteoriti a Sesto San Giovanni (MI)

Dal 09 al 15 maggio e dal 23-29 maggio, presso l’IIS “E. De Nicola” di Sesto San Giovanni, potrete visitare la mostra “dal Cielo alla Terra” pensata, organizzata e gestita da Antonello Petriccione  e dal figlio Daniele, collezionisti e studiosi di meteoriti e minerali e anche soci di Meteoriti Italia APS.
La mostra rispecchia le due passioni di Antonello e Daniele ed è divisa in due appuntamenti:  09-15 maggio “Pietre del Cielo” che riguarda le meteoriti e 23-29 maggio “Stelle della Terra” che riguarda i minerali.
Un grazie di Meteoriti Italia APS ad Antonello e Daniele per questa loro importante iniziativa di divulgazione che ha coinvolto anche gli allievi di vari Istituti d’Istruzione Superiore di Milano

dal Cielo alla Terra

Pietre dal Cielo                Stelle dalla Terra

Le due mostre sono state organizzate coinvolgendo 5 diversi istituti dell’area Nord Milano, grazie alla partecipazione ed alla vittoria con un progetto approvato e finanziato dalla Fondazione Paganelli “per lo sviluppo di percorsi di alternanza scuola lavoro di studenti del triennio”. L’idea di esporre meteoriti e minerali separatamente ci ha dato la possibilità di coinvolgere più ragazzi possibili (circa 200) e di valorizzare maggiormente le due tipologie di reperti che meritano attenzioni diverse.
Nei due percorsi espositivi  i visitatori vengono accompagnati e guidati dagli studenti di due licei scientifici che hanno preparato didascalie e cartelloni esplicativi, mentre le scenografie e la grafica sono state realizzate da un liceo artistico; il sito e la pubblicità sono stati curati da un corso di  ragionieri programmatori; le divise delle guide e gli accessori sono stati confezionati da una scuola di moda; infine un Istituto professionale di arti figurative si occuperà di girare il documentario sugli eventi.

Per quanto riguarda il primo evento “Pietre del cielo” le meteoriti fanno parte della nostra collezione ed abbracciano quasi tutte le tipologie conosciute con qualche esemplare di notevole interesse scientifico.
Ad arricchire e valorizzare l’evento la presenza dell’INAF con la famosa meteorite di Cavezzo e l’installazione permanente di una telecamera all-sky (rimarrà in dotazione alla scuola anche per ulteriori progetti futuri).
Anche nel secondo evento “Stelle della Terra” i minerali fanno parte della nostra collezione: pochi esemplari ma scelti per creare un’esperienza emozionale di meraviglia e stupore nei visitatori.

Più che due mostre da visitare sono due eventi da vivere e quello che rimarrà sarà l’esperienza da protagonisti che i ragazzi hanno fatto in un mondo che, a scuola, vedrebbero spesso solo da lontano.

Antonello e Daniele Petriccione

Un prezioso strumento per chi si interessa alla Meteoritica Italiana

Un prezioso strumento per chi si interessa alla Meteoritica Italiana

Grazie all’aiuto di Francesca, socia e collaboratrice di Meteoriti Italia APS, la nostra originale tabella delle meteoriti italiane è diventata uno strumento di consultazione fondamentale per chi è interessato alla Meteoritica Italiana.
Nel nostro nuovo documento, in un unico foglio, trovate su un lato il nostro solito elenco delle meteoriti italiane con le principali informazioni (Caduta/Trovata, data, località, tipologia, ecc.) e, sull’altro lato, la cartina dell’Italia dove le meteoriti sono differenziate sia tra cadute, trovate e monitorate da P.R.I.S.M.A.; sia per tipologia: rocciose, ferro-rocciose e ferrose. 
La nuova tabella, già a disposizione per tutti i nostri soci e simpatizzanti, sarà in distribuzione presso lo stand dell’INAF-P.R.I.S.M.A. al Bologna Mineral Show 11-12-13 marzo 2022.

Aggiornamento su “CAVEZZO” la meteorite caduta a Capodanno

Cari Amici,

il Dr. Daniele Gardiol (INAF), responsabile del progetto PRISMA, ci ha inviato questo comunicato sulla meteorite caduta a Cavezzo (MO), 1 gennaio 2020, e ci ha dato l’autorizzazione di condividerlo con voi.

Viene riportata la classificazione definitiva di “CAVEZZO” (Condrite L5 anomala) e sono ricordate altre caratteristiche che rendono questa meteorite ancor più straordinaria (unica, di 64.000 meteoriti catalogate, ad essere classificata in questo modo; prima meteorite italiana tra le 20 meteoriti mondiali ritrovate grazie ad una rete di monitoraggio dei Cieli).

Troverete anche una cartina aggiornata delle camere PRISMA distribuite in Italia (vi ricordo che Meteoriti Italia ne ha una piazzata presso la Scuola Mineraria di Agordo) ed una foto del pezzo principale della “CAVEZZO” che, purtroppo, mostra una pratica da non fare mai: tenere in mano una “meteorite fresca” senza proteggerla dal contatto con la pelle.

Ringraziamo il Dr. Gardiol per il suo supporto e, a voi, Buona Lettura.

Cavezzo, cade la 42ª meteorite italiana

Mercoledì, 1 gennaio 2020, alle 19:26 (ora locale), un superbolide esplode nei cieli del modenese.

Ben 8 postazioni di PRISMA registrano l’evento e, dall’immediata analisi di dati, risulta che il meteoroide esploso è sufficientemente grande per avere scaricato a Terra delle meteoriti e che la zona di caduta (strewn field) si trova nei pressi di Cavezzo.

Il 2 gennaio l’INAF (Istituto Italiano di AstroFisica), titolare del progetto PRISMA, informa le autorità e la popolazione della zona di caduta sulla possibilità che ci siano delle meteoriti, su come riconoscerle e su come comportarsi in caso di ritrovamento.

Il pomeriggio del 4 gennaio, 68 ore dopo la caduta, Pimpa, una cagnetta meticcia di 11 anni che accompagna Davide Gaddi lungo l’argine del fiume Secchia, annusa un piccolo sasso che ha un odore nuovo e si blocca.

Davide, una persona straordinaria di cui vi parlo in un’altra sezione del sito, torna su suoi passi per controllare la cosa che ha destato l’interesse di Pimpa e vede che si tratta di un piccolo sasso, nero all’esterno e grigiastro all’interno; le stesse caratteristiche che, come indicato nei comunicati dell’INAF, caratterizzano le meteoriti.

Fig 1: Davide Gaddi e la Pimpa sul luogo del ritrovamento del primo campione. Foto dal sito della Gazzetta di Modena

Raccolto il campione, Davide ispeziona il terreno circostante per vedere se ci sono altri sassi simili e, a qualche metro dal punto di ritrovamento, trova un campione simile al primo ma più grosso.

Interrotta la passeggiata Davide, con il numero fornito dall’INAF, fissa un incontro con il coordinatore delle prime ricerche, prof. Romano Serra del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna, famoso esperto di meteoriti e curatore del “Museo del Cielo e della Terra” a San Giovanni in Persiceto.

Alla vista dei campioni Romano Serra conferma la loro natura extraterrestre, notifica l’avvenuto ritrovamento all’INAF ed ai responsabili di PRISMA e, con il benestare di Davide Gaddi, prende in consegna i due campioni.

Fig 2: I due campioni di “CAVEZZO” nel laboratorio del Prof. Romano Serra. Foto Romano Serra per PRISMA

Alla mattina del 5 gennaio la prima squadra di ricerca diretta dal Dott. Albino Carbognani, responsabile del calcolo delle orbite degli oggetti registrati da PRISMA, si raggruppa presso l’Osservatorio Astronomico “Geminiano Montanari” di Castelvetro che è situato proprio nell’area della caduta.

Fig 3: Parte della squadra di ricerca riunitasi presso l’Osservatorio Astronomico. A sx, in alto, il Dott. A. Carbognani affiancato dal Sindaco di Cavezzo. Sulla dx, in bass,o M. Facchini responsabile dell’Osservatorio. Le persone in divisa sono elementi della Protezione Civile che ci hanno aiutato con le ricerche. Foto dal sito: Sul Panaro.net.

Prima di partire per il punto del ritrovamento dei due campioni, il Dott. Carbognani illustra le zone dello strewn field dove svolgeremo le ricerche ed io, avvalendomi del kit didattico di Meteoriti Italia assemblato con campioni di “ČELJABINSK”, “BENSOUR” e “KHENEG LJOUAD” per evidenziare le caratteristiche di una meteorite rocciosa “fresca”, segnalo ai ricercatori meno esperti gli aspetti più caratterizzanti per individuare altri campioni di “CAVEZZO”.

Fig 4: Il Dott. A. Carbognani illustra la zona di ricerca. Foto dal sito: Sul Panaro.net
Fig 5: La squadra si allinea per svolgere le ricerche in maniera sistematica. Foto A. Carbognani, PRISMA.

Arrivati sull’argine del Secchia, troviamo il Prof. Romano Serra che ci mostra i due campioni di “CAVEZZO” che consegna al Prof Giovanni Pratesi ed al Dott. Vanni Moggi Cecchi, dell’UFI, incaricati delle analisi.

La squadra composta da una trentina di persone si mette subito al lavoro e, anche se a fine giornata non si registrano ritrovamenti, è stato bellissimo vedere come un gruppo di persone così eterogeneo abbia lavorato così unito per trovare altri campioni da consegnare agli studiosi.

Fig 6: Alcuni dei componenti della squadra di ricerca. Al centro D. Gaddi con Pimpa affiancati dal Dott A. Carbognani e dal Prof. R. Serra. A sx il Prof G. Pratesi e il Dott. V.M. Cecchi dell’UFI e a dx il Dott F. Bernardi di SpaceDys. Foto dal sito della Gazzetta di Modena.
La sera del 5 gennaio le due meteoriti sono già presso i laboratori dell’Università di Firenze, portati dal Prof. Giovannni Pratesi e dal Dott. Vanni Moggi Cecchi che hanno anche partecipato alle ricerche sul campo . Sono stati fatti dei calchi della meteorite principale usando la tecnologia “3D Scanning” che oltre alla forma prende in considerazione anche l’spetto del campione creando una copia praticamente identica all’originale. La sezione sottile, necessaria per la classificazione della meteorite, è stata preparata utilizzando la meteorite più piccola. Una parte del campione è stata subito inviata ai laboratori di Torino per la rivelazione degli isotopi cosmogenici (es:Scandio 47; Calcio 47) che, dato il loro “Tempo di Dimezzamento” (Half Life) molto breve, dopo pochissimo tempo (giorni/settimane) non si possono più misurare. Queste misure servono per sapere quanto tempo è trascorso dal momento che il meteoroide che ha generato le meteoriti “CAVEZZO” si è staccato dal corpo genitore fino a quando alcuni suoi frammenti sono arrivati sulla Terra. La conferma della presenza degli isotopi cosmogenici serve anche ad assicurare che la meteorite recuperata sia proprio quella generata dal superbolide visto il 1° gennaio e non una “meteorite fresca” qualunque con già molte settimane di presenza sulla Terra e caduta in chissà quale paese straniero (anche pe la Meteoritica le frodi sono sempre in agguato) Dei campioni sono stati mandati anche in Inghilterra per le analisi degli isotopi dell’ossigeno presenti nella meteorite. Le variazioni delle abbondanze degli isotopi di Ossigeno 16O; 17O e 18O presenti nelle meteoriti sono molto utili per chiarire i processi chimici e fisici che sono intervenuti durante la formazione del Sistema Solare e, con queste analisi, sarà possibile determinare con sicurezza la classe di appartenenza di questa nuova meteorite italiana. La “Brexit”, ed adesso il Corona virus, stanno ritardando il completamento di queste ultime analisi e così la “CAVEZZO” non appare ancora nel “Meteoritical Bulletin Database” dove le meteoriti italiane ufficiali continuano ad essere 41 Vi allego comunque la tabella delle meteoriti italiane che ho aggiornato con “CAVEZZO” e, anche se il “MTB” indica 41, le meteoriti ufficiali italiane adesso sono 42.